Leishmania e filaria, attenti a quei due…

Leishmania e filaria, attenti a quei due…

Autore: Dr. Gonzaga

Per entrambe la prevenzione è fondamentale


Per tutti i nuovi proprietari ma anche per i veterani è utile affrontare l’argomento della Filaria e della Leishmania inteso non tanto come memorandum di cosa rappresentano per il nostro amico a 4 zampe ma quanto, come differiscono le due malattie al fine di non incorrere in spiacevoli sorprese quando ci si reca dal nostro veterinario di fiducia, se non sapute individuare.

Ad oggi, assisto purtroppo molto frequentemente, ad una continua sovrapposizione delle due parassitosi con tutte le relative incertezze che ne derivano ed i conseguenti errori di gestione che conducono a inutili dispiaceri.

Converrete quindi con me, che diventa decisamente importante per tutti voi proprietari da una parte, ma anche tutti noi medici dall’altra, di esser perfettamente in sintonia al riguardo e quindi…quale miglior modo che non affrontare direttamente l’argomento.

Affondiamo quindi il dito nella dolente piaga, sapendo che le conseguenze a cui vanno incontro i nostri amici a quattro zampe, per entrambe le “malattie”, non sono delle più rosee e in questa sede è preferibile volutamente ometterle per approfondirle , nel caso, successivamente o comunque in separata sede.

Entrambe le “malattie” trovano larga diffusione sul territorio non solo Italiano in quanto, sono sostenute da insetti che replicano col caldo-umido (il cambiamento climatico ha favorito) ma anche per le difficoltà nel controllare i vari spostamenti degli animali. Queste parassitosi sono veicolate da insetti ematofagi e per l’esattezza, la zanzara per la trasmissione della Filaria ed il Flebotomo o Pappatacio per la trasmissione delle Leishmania.

Le prime si distinguono essenzialmente dalle seconde per le dimensioni (molto più grandi) e perché svolgono la loro attività durante tutta la giornata mentre le seconde, completamente silenziose al nostro orecchio, agiscono principalmente nelle ore crepuscolari del mattino e della sera.

Da star tranquilli comunque sul fatto che, benché ematofaghe , non trasmettono ad oggi le relative malattie all’uomo.

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Gli agenti in questione trasmessi sono: un nematode per la Filaria (piccolo verme uncinato) ed un protozoo per la Leishmania; due organismi viventi estremamente complessi ma molto diversi tra loro per forma, dimensione e non per ultimo per sede di localizzazione.

La Filaria una volta inoculata , ha bisogno di un tempo di latenza prima di raggiungere la sua sede elettiva (il cuore) dove si sviluppa e replica , liberando nel torrente ematico microfilarie che, risucchiate da una puntura di una nuova zanzara concludono il loro ciclo in un nuovo ospite.

La Lehismania invece, una volta inoculata sfrutta precise cellule del sistema immunitario cutaneo ( i macrofagi) per replicarsi e diffondere nelle sue sedi elettive quali cute stessa, ma anche occhi e non per ultimo alcuni visceri dove trova rifugio da farmaci ma soprattutto latenza nel tempo.

Con la filaria è possibile stabilire non solo un piano di prevenzione ma anche di terapia e come se non bastasse, se diagnosticata per tempo, non lascia significative conseguenze al cane. I danni che tuttavia scaturiscono da tale parassita sono quindi strettamente collegati ad una mancata funzionalità dell’apparato cardiocircolatorio, indipendentemente dal sesso età e dimensione corporea. Gli effetti a lungo termine prevedono quindi una insufficienza cardiaca che può condurre a fenomeni tromboembolici e non solo ma anche fatica, riluttanza nei movimenti etc….

Ahimè per la Leishmania è invece possibile effettuare solo prevenzione in quanto curarla è estremamente difficile e non sempre si assiste ad una totale guarigione. Il più delle volte purtroppo osserviamo un precario equilibrio tra ospite e parassita (a favore del parassita ) che non sempre conduce ad un lieto fine. I protozoi in questione si celano infatti all’interno di cellule difficilmente raggiungibili dai vari prodotti terapeutici e da qui ecco che il nostro amico non guarisce quasi mai. Non solo ma i prodotti ad oggi riconosciuti dalla farmaceutica come validi, oltre che avere costi proibitivi nel tempo, sono generalmente poco tollerati dai nostri amici e con risultati molte volte discutibili , tesi solo a render quiescenti il parassita fino al successivo ripresentarsi. I sintomi sono strettamente collegati all’organo colpito. La cute è sempre colpita ed avremo quindi un tessuto leso ricco di ulcere , aree di alopecia diffusa, scaglie cutanee simil forfora. I reni vengo sempre colpiti e da qui si hanno i primi disordini di insufficienza renale con abbattimento e distanza dai vari stimoli ambientali.

L’aspetto generale è quello di un cane molto vecchio ai nostri occhi.

La prevenzione diventa quindi la forma migliore per proteggersi da suddette parassitosi e ci si affida nel caso della filaria a prodotti repellenti cutanei ma soprattutto a principi attivi che impediscono alle larve appena inoculate di compiere la migrazione fino alla sua sede elettiva. Questi prodotti se utilizzati con costanza meticolosità impediscono quasi al 100% il contrarsi della “malattia”.

La prevenzione della Leishmania si basa invece solo su repellenti cutanei e piccoli accorgimenti ambientali. Diventa quindi necessario un controllo su base annuale per i nostri amici , preferibilmente a partire da Gennaio fino a inizio Estate in modo da poter individuare senza margine di dubbio la presenza della malattia tramite specifici test ematici.

Per i Lettori più interessati possono contattarmi ai miei recapiti su www.veterinariogonzaga.it

Dr Edoardo Gonzaga
Spec. malattie dei piccoli animali, Omotossicologia
Consulente tecnico del Tribunale di Livorno, Membro del Royal College di Londra
www.veterinariogonzaga.it